# Esposizioni # Questo e quello

Mostra "Flavio Paolucci. I due paradisi"

Casa Cavalier Pellanda, Piazzetta Cav. Pellanda 7, 6710 Biasca
Adulti
CHF 8

Ridotto (AVS,
CHF 5
L’esposizione di Flavio Paolucci, che inaugura i rinnovati spazi espositivi di Casa Cavalier Pellanda, è una retrospettiva che documenta il lavoro di una figura di primo piano dell’arte svizzera
A inaugurare i rinnovati spazi espositivi di Casa Cavalier Pellanda, dopo gli importanti lavori di ristrutturazione a cui è stata sottoposta negli ultimi anni, è una mostra di Flavio Paolucci, artista nato a Torre nel 1934, che da oltre sessant’anni risiede nel comune di Biasca, dove nel 1965, al margine nord del paese, in prossimità dell’imbocco della valle di Blenio, ha costruito la sua casa–atelier.
L’esposizione, una retrospettiva che documenta l’intero percorso artistico di Paolucci, non è solo un tributo a una delle principali figure dell’arte ticinese contemporanea in occasione dei suoi novant’anni ma rappresenta anche la prima occasione per ammirare il lavoro dell’artista nel luogo in cui affonda le proprie radici.
Promossa dal Comune di Biasca e affidata alla curatela di Elio Schenini, la mostra è infatti la prima a presentare il lavoro di Paolucci nel territorio nel quale ha trascorso gran parte della sua vita. Non solo, l’esposizione è anche la prima in uno spazio istituzionale in Ticino dopo la grande retrospettiva organizzata nel 2014 dal Museo Cantonale d’arte in occasione degli ottant’anni dell’artista. Da allora la ricerca di Paolucci non si è mai arrestata ma si è arricchita di un gran numero di opere, segno di una creatività inesauribile, come documenta anche il percorso espositivo, nel quale sono molte le opere realizzate nell’ultimo decennio.
Pur offrendo uno sguardo complessivo sul suo lavoro, la mostra non ha ambizioni di esaustività antologica, ma vuole piuttosto avvicinare il pubblico alla poetica di un artista che rappresenta una voce estremamente singolare e autonoma nel panorama dell’arte svizzera. Le opere esposte, una quarantina, tra sculture, collage e dipinti, sono infatti state scelte soprattutto per la loro capacità di inserirsi e dialogare con gli spazi storicamente caratterizzati di questo antico edificio rinascimentale e per evidenziare lo stretto legame che intrattengono con il contesto territoriale a cui l’artista è rimasto ancorato con grande coerenza ma senza nessuno spirito nostalgico, precorrendo riflessioni sulla relazione che lega uomo e natura oggi di grande d’attualità.
Il rapporto diretto e quotidiano con l’ambiente naturale e con il mondo rurale alpino, che in questi luoghi dalle condizioni spesso estreme ha per secoli costruito con senso della misura ed equilibrio la propria possibilità di abitare la terra, sono essenziali nell’opera di Flavio Paolucci. È infatti nel corso delle sue passeggiate tra i boschi di Biasca e della Valle di Blenio che l’artista raccoglie gli spunti delle sue opere. Una pietra, una casa, un rudere, un ramo, una foglia, una situazione atmosferica, sono questi i punti di partenza di un’esperienza estetica che nell’atelier viene poi distillata attraverso un lungo e meditato processo di elaborazione formale basato sulla semplificazione e la riduzione all’essenziale da cui nascono opere che hanno la poetica concisione di haiku visivi.
In occasione della mostra è stata realizzata una pubblicazione presso le edizioni Sottoscala di Bellinzona in cui le immagini delle opere di Paolucci dialogano con una serie di testi espressamente realizzati per l’occasione dagli scrittori Fabio Andina e Noëmi Lerch, entrambi residenti in Valle di Blenio.

Orari di apertura

lunedì e martedì chiuso

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