Musée cantonal des beaux-arts, Place de la Gare 16, 1003 Lausanne
Prezzo intero Adulti (a partire da 25 anni): CHF 20
Pubblico giovane, 18 - 25 anni: gratuito
La Collezione: gratuito
Espace Focus: gratuito
Pubblico giovane, 18 - 25 anni: gratuito
La Collezione: gratuito
Espace Focus: gratuito
La mostra si inserisce in una lunga tradizione di sviluppo delle arti decorative e applicate nel Cantone di Vaud.
Riunendo una decina di artisti visivi che utilizzano l'ornamento e la decorazione per mettere in discussione le nozioni di gusto, classe e genere, la mostra si inserisce in una lunga tradizione vodese legata allo sviluppo delle arti decorative e applicate.
Se oggi sappiamo che l'ornamento è un segno di umanità, la questione dell'ornamento e del suo valore non ha mai smesso di animare il dibattito. Sono stati Platone e Aristotele a condannare e poi riabilitare l'ornamento. Da inutile simulacro a simbolo del divino, a veicolo di conoscenza, l'ornamento è fondamentalmente legato alla questione della funzione e della bellezza. Per secoli, l'ornamento ha avuto una funzione morale, in quanto artigiani, artisti e cittadini si sono conformati ai regimi decorativi prevalenti per rispettare la gerarchia sociale e religiosa dominante.
È stato nel XX secolo, con l'avvento del modernismo, che l'ornamento, confuso con il decorativo, è stato invalidato, spesso deriso, dai discorsi funzionalisti ed elitari di architetti come Le Corbusier e Adolph Loos e di pittori come Kandinsky e Mondrian. L'industrializzazione e la meccanizzazione, che permettevano di clonare i motivi a piacimento, relegarono l'artigianato tra le cosiddette "arti minori".
L'ornamento ha sollevato molto presto la questione del presunto rapporto tra identità di genere (e/o orientamento sessuale), rendendo l'ornamento, e il suo presunto legame con il "femminile", una frivolezza sconveniente, eccessiva, persino mostruosa. Dopo il postmodernismo, l'ornamento ha riacquistato un posto canonico nella cosiddetta arte "maggiore". Più o meno palesemente, in realtà è sempre stato presente nell'arte e continua a essere usato (e affermato) come strategia formale, concettuale e politica. La mostra DECORAMA riunisce artisti visivi la cui pratica utilizza l'ornamento e la decorazione come strumenti per mettere in discussione le nozioni di gusto, classe e genere. Sebbene possa sembrare speculativo riunire pratiche così diverse con una geografia comune, la mostra si inserisce in una lunga tradizione vodese di sviluppo e valorizzazione delle arti decorative e applicate.
Curatore della mostra: Elise Lammer
Nota: Questo testo è stato tradotto da un software di traduzione automatica e non da un traduttore umano. Può contenere errori di traduzione.
Se oggi sappiamo che l'ornamento è un segno di umanità, la questione dell'ornamento e del suo valore non ha mai smesso di animare il dibattito. Sono stati Platone e Aristotele a condannare e poi riabilitare l'ornamento. Da inutile simulacro a simbolo del divino, a veicolo di conoscenza, l'ornamento è fondamentalmente legato alla questione della funzione e della bellezza. Per secoli, l'ornamento ha avuto una funzione morale, in quanto artigiani, artisti e cittadini si sono conformati ai regimi decorativi prevalenti per rispettare la gerarchia sociale e religiosa dominante.
È stato nel XX secolo, con l'avvento del modernismo, che l'ornamento, confuso con il decorativo, è stato invalidato, spesso deriso, dai discorsi funzionalisti ed elitari di architetti come Le Corbusier e Adolph Loos e di pittori come Kandinsky e Mondrian. L'industrializzazione e la meccanizzazione, che permettevano di clonare i motivi a piacimento, relegarono l'artigianato tra le cosiddette "arti minori".
L'ornamento ha sollevato molto presto la questione del presunto rapporto tra identità di genere (e/o orientamento sessuale), rendendo l'ornamento, e il suo presunto legame con il "femminile", una frivolezza sconveniente, eccessiva, persino mostruosa. Dopo il postmodernismo, l'ornamento ha riacquistato un posto canonico nella cosiddetta arte "maggiore". Più o meno palesemente, in realtà è sempre stato presente nell'arte e continua a essere usato (e affermato) come strategia formale, concettuale e politica. La mostra DECORAMA riunisce artisti visivi la cui pratica utilizza l'ornamento e la decorazione come strumenti per mettere in discussione le nozioni di gusto, classe e genere. Sebbene possa sembrare speculativo riunire pratiche così diverse con una geografia comune, la mostra si inserisce in una lunga tradizione vodese di sviluppo e valorizzazione delle arti decorative e applicate.
Curatore della mostra: Elise Lammer
Nota: Questo testo è stato tradotto da un software di traduzione automatica e non da un traduttore umano. Può contenere errori di traduzione.
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MCBA - Musée cantonal des Beaux-Arts
PLATEFORME 10 - Place de la Gare 16
1003 Lausanne
Switzerland